Artamano
2007-10-15 20:23:14 UTC
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2320¶metro=esteri
Citazioni scorrette
Maurizio Blondet
15/10/2007
STATI UNITI - «Nel 1932 Huey Long disse una cosa interessante. Suonava così:
'Il fascismo verrà in America, ma sotto un nome diverso: quasi certamente,
si chiamerà antifascismo'. L'attore Sean Penn all'anchorman della CNN Larry
King, durante una recente apparizione nel 'Larry King Live' ».
Huey Long fu un governatore della Louisiana, democratico, inizialmente
sostenitore di Roosevelt, che durante la grande depressione seguita al '29
si battè per un radicale programma di redistribuzione sociale, per alleviare
la povertà dilagante.
Critico feroce della Federal Reserve privata e dei poteri forti, fautore del
dirigismo in economia e finanza, fu accusato di mire dittatoriali.
La sua popolarità era immensa.
Fondò un suo partito, «America First» (Prima l'America), che aveva fin
troppo buone possibilità di rompere il bipartitismo perfetto - perfetto per
l'establishment.
L'8 settembre 1935 Huey Long, nei locali del Senato di Baton Rouge, capitale
della Louisiana, cadde sotto le revolverate del rituale «solitary assassin»:
l'Oswald del momento si chiamava Carl Austin Weiss, un dottore ebreo di 28
anni.
Il quale fu fulminato sul posto, crivellato di colpi dai poliziotti
presenti, e così azzittito subito.
Long spirò due giorni dopo, a 42 anni.
Le sue ultime parole furono: «Dio, non farmi morire, ho ancora tanto da
fare».
Il pastore che celebrò il suo funerale, Gerald L.K. Smith, co-fondatore di
«America First», dichiarò anni dopo che l'assassinio di Huey Long era stato
decretato «dalla banda Roosevelt col sostegno dell'apparato ebraico di New
York».
E' significativo che Sean Penn, di padre ebreo e madre cattolica, abbia
citato la frase di Long - una «non-persona» nel dibattito pubblico - e con
evidente allusione al fascismo «antifascista» (o anti «islamo-fascista»)
dell'amministrazione Bush.
Ancor più significativa la faccia di Larry King (vero nome Lawrence H.
Zeiger).
Appena s'è ripreso ha gridato: «Consigli per gli acquisti!».
«Come ebreo, so bene che non è vero che la mia gente controlli i media.
Ma a vedere le recensioni apparse sui giornali a 'The Israeli Lobby' di Walt
e Mearsheimer - favorevoli e contrarie, ma in genere contrarie - mi colpisce
quante di queste sono scritte da ebrei. Michael Lerner, David Renmick,
Richard Cohen, Jeffrey Goldberg, Leslie Gelb, Samuel Freedman. Mi manca la
voce di qualche gentile. Qualche 'goy' riesce a piazzare una sua opinione
sul libro?».
Philip Weiss, noto giornalista investigativo (New York Observer, The Nation,
The American Conservative) nel suo blog «Mondoweiss».
«E' ridicolo. Come se nel '38 avessero dato il Nobel per la pace a Goebbels,
a metà con il Kaiser Wilhelm Institute per i suoi studi sulle minacce alla
razza posti da ebrei, slavi e zingari».
Alexander Cockburn sul Nobel ad Al Gore.
Cockburn, nato scozzese, è un noto giornalista di estrema sinistra.
Dirige la rivista Counterpunch.
E' stato accusato di antisemitismo.
«Al Gore è dotato di una sorta di 'preveggenza' per i fenomeni di domani»:
Davis Guggenheim, regista e vero autore del film ecologista del neo-Nobel,
«An inconvenient Truth».
«Al Gore, un rivoluzionario molto conveniente»: titolo di Le Monde, 13
ottobre 2007.
«Il Nobel dato all'ex vice-presidente Al Gore è un messaggio inviato
dall'alta borghesia europea alle politiche dell'amministrazione Bush e degli
Stati Uniti. Di rado si è avuto un così aperto intervento nelle questioni
interne americane da parte dei poteri forti europei».
Patrick Martin sul sito marxista Wolds Socialist Website, 13 ottobre.
Secondo Martin, con la laurea del Nobel «Gore è stato messo di riserva, nel
caso di una radicalizzazione politica (in USA) innescata da crisi
finanziarie, tensioni sociali crescenti, il bagno di sangue in Iraq o
qualche nuova avventura militare di Bush-Cheney, tale da sfuggire ai limiti
del sistema bi-partitico americano che l'Establishment preferisce. [.] A
quanto pare, la borghesia europea, meglio di quella americana, vede il
rischio di una rivolta dal basso che può avvenire negli USA, il centro del
capitalismo mondiale».
«Un incubo senza via d'uscita»: il giudizio sulla situazione in Iraq secondo
il generale Ricardo Sanchez, comandante delle operazioni irachene nel
2003-2004, oggi a riposo.
«C'è stata una evidente catastrofica incompetenza strategica da parte della
nostra classe dirigente. L'amministrazione ha fallito la gestione e il
coordinamento politico, militare ed economico della missione. Le forze
armate americane sono state messe in una posizione insostenibile. e nulla
nella Washington di oggi ci dà alcuna speranza».
Sanchez, oggi pensionato, esprime evidentemente le opinioni degli alti
ufficiali in servizio attivo,
che debbono tacere.
Diversi deputati hanno scritto ai generali una lettera aperta per incitarli,
in caso che Bush ordini l'attacco all'Iran, al rifiuto di obbedienza.
«Sembra che ciascuno voglia superare l'altro su chi sia più pronto ad andare
alla guerra con l'Iran, chi è più favorevole a tenere aperto Guantanamo di
più e di aumentarne la capacità, e cose del genere»: l'ex presidente Jimmy
Carter, Nobel per la Pace 2002, alla BBC a proposito dei candidati, anche
democratici come Hillary e Obama, in gara per la presidenza USA.
Anche Carter è stato accusato di antisemitismo.
«Un estremista di destra»: il giudizio dell'Anti-Defamation League (ADL) su
Ron Paul, il candidato repubblicano anti-guerra e anti-tasse che sale nei
sondaggi, e che riceve fondi dalla gente comune, ma che i grandi media non
citano mai e a cui il partito repubblicano vieta di partecipare alla
nomination, preferendo perdere le elezioni piuttosto che vincere con Ron.
Un altro Huey Long?
Maurizio Blondet
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Citazioni scorrette
Maurizio Blondet
15/10/2007
STATI UNITI - «Nel 1932 Huey Long disse una cosa interessante. Suonava così:
'Il fascismo verrà in America, ma sotto un nome diverso: quasi certamente,
si chiamerà antifascismo'. L'attore Sean Penn all'anchorman della CNN Larry
King, durante una recente apparizione nel 'Larry King Live' ».
Huey Long fu un governatore della Louisiana, democratico, inizialmente
sostenitore di Roosevelt, che durante la grande depressione seguita al '29
si battè per un radicale programma di redistribuzione sociale, per alleviare
la povertà dilagante.
Critico feroce della Federal Reserve privata e dei poteri forti, fautore del
dirigismo in economia e finanza, fu accusato di mire dittatoriali.
La sua popolarità era immensa.
Fondò un suo partito, «America First» (Prima l'America), che aveva fin
troppo buone possibilità di rompere il bipartitismo perfetto - perfetto per
l'establishment.
L'8 settembre 1935 Huey Long, nei locali del Senato di Baton Rouge, capitale
della Louisiana, cadde sotto le revolverate del rituale «solitary assassin»:
l'Oswald del momento si chiamava Carl Austin Weiss, un dottore ebreo di 28
anni.
Il quale fu fulminato sul posto, crivellato di colpi dai poliziotti
presenti, e così azzittito subito.
Long spirò due giorni dopo, a 42 anni.
Le sue ultime parole furono: «Dio, non farmi morire, ho ancora tanto da
fare».
Il pastore che celebrò il suo funerale, Gerald L.K. Smith, co-fondatore di
«America First», dichiarò anni dopo che l'assassinio di Huey Long era stato
decretato «dalla banda Roosevelt col sostegno dell'apparato ebraico di New
York».
E' significativo che Sean Penn, di padre ebreo e madre cattolica, abbia
citato la frase di Long - una «non-persona» nel dibattito pubblico - e con
evidente allusione al fascismo «antifascista» (o anti «islamo-fascista»)
dell'amministrazione Bush.
Ancor più significativa la faccia di Larry King (vero nome Lawrence H.
Zeiger).
Appena s'è ripreso ha gridato: «Consigli per gli acquisti!».
«Come ebreo, so bene che non è vero che la mia gente controlli i media.
Ma a vedere le recensioni apparse sui giornali a 'The Israeli Lobby' di Walt
e Mearsheimer - favorevoli e contrarie, ma in genere contrarie - mi colpisce
quante di queste sono scritte da ebrei. Michael Lerner, David Renmick,
Richard Cohen, Jeffrey Goldberg, Leslie Gelb, Samuel Freedman. Mi manca la
voce di qualche gentile. Qualche 'goy' riesce a piazzare una sua opinione
sul libro?».
Philip Weiss, noto giornalista investigativo (New York Observer, The Nation,
The American Conservative) nel suo blog «Mondoweiss».
«E' ridicolo. Come se nel '38 avessero dato il Nobel per la pace a Goebbels,
a metà con il Kaiser Wilhelm Institute per i suoi studi sulle minacce alla
razza posti da ebrei, slavi e zingari».
Alexander Cockburn sul Nobel ad Al Gore.
Cockburn, nato scozzese, è un noto giornalista di estrema sinistra.
Dirige la rivista Counterpunch.
E' stato accusato di antisemitismo.
«Al Gore è dotato di una sorta di 'preveggenza' per i fenomeni di domani»:
Davis Guggenheim, regista e vero autore del film ecologista del neo-Nobel,
«An inconvenient Truth».
«Al Gore, un rivoluzionario molto conveniente»: titolo di Le Monde, 13
ottobre 2007.
«Il Nobel dato all'ex vice-presidente Al Gore è un messaggio inviato
dall'alta borghesia europea alle politiche dell'amministrazione Bush e degli
Stati Uniti. Di rado si è avuto un così aperto intervento nelle questioni
interne americane da parte dei poteri forti europei».
Patrick Martin sul sito marxista Wolds Socialist Website, 13 ottobre.
Secondo Martin, con la laurea del Nobel «Gore è stato messo di riserva, nel
caso di una radicalizzazione politica (in USA) innescata da crisi
finanziarie, tensioni sociali crescenti, il bagno di sangue in Iraq o
qualche nuova avventura militare di Bush-Cheney, tale da sfuggire ai limiti
del sistema bi-partitico americano che l'Establishment preferisce. [.] A
quanto pare, la borghesia europea, meglio di quella americana, vede il
rischio di una rivolta dal basso che può avvenire negli USA, il centro del
capitalismo mondiale».
«Un incubo senza via d'uscita»: il giudizio sulla situazione in Iraq secondo
il generale Ricardo Sanchez, comandante delle operazioni irachene nel
2003-2004, oggi a riposo.
«C'è stata una evidente catastrofica incompetenza strategica da parte della
nostra classe dirigente. L'amministrazione ha fallito la gestione e il
coordinamento politico, militare ed economico della missione. Le forze
armate americane sono state messe in una posizione insostenibile. e nulla
nella Washington di oggi ci dà alcuna speranza».
Sanchez, oggi pensionato, esprime evidentemente le opinioni degli alti
ufficiali in servizio attivo,
che debbono tacere.
Diversi deputati hanno scritto ai generali una lettera aperta per incitarli,
in caso che Bush ordini l'attacco all'Iran, al rifiuto di obbedienza.
«Sembra che ciascuno voglia superare l'altro su chi sia più pronto ad andare
alla guerra con l'Iran, chi è più favorevole a tenere aperto Guantanamo di
più e di aumentarne la capacità, e cose del genere»: l'ex presidente Jimmy
Carter, Nobel per la Pace 2002, alla BBC a proposito dei candidati, anche
democratici come Hillary e Obama, in gara per la presidenza USA.
Anche Carter è stato accusato di antisemitismo.
«Un estremista di destra»: il giudizio dell'Anti-Defamation League (ADL) su
Ron Paul, il candidato repubblicano anti-guerra e anti-tasse che sale nei
sondaggi, e che riceve fondi dalla gente comune, ma che i grandi media non
citano mai e a cui il partito repubblicano vieta di partecipare alla
nomination, preferendo perdere le elezioni piuttosto che vincere con Ron.
Un altro Huey Long?
Maurizio Blondet
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